IL BOLLITORE E LA STORIA INFINITA DEI CONTATTI

IL BOLLITORE GENNAIO

 

Alcuni giorni fa, al telefono con una collega, mi racconta di aver ricevuto una Email che più o meno faceva così:” bla bla bla…abbiamo esaminato la sua proposta e al fine di potervi dare riscontro (sostanzialmente prima di firmare l’accordo di collaborazione) le chiediamo se ci può indicare più specificatamente i nomi e i cognomi dei giornalisti ai quali si rivolge.” A.D. 2021

Ma anche no. Grazie. Maaaaa Moo basta!

A volte bisogna sapere dire di no. I nomi e i cognomi non sono semplici dati anagrafici, sono relazioni coltivate nel tempo, sono la fiducia che ti conquisti sul campo, sono serietà, etica e dedizione. Sono energia, equilibrio e rispetto.

Rispettiamo il nostro lavoro e rispettiamo soprattutto noi stessi. 

Conquista non facile ma alla fine bisogna farcela.

I nomi e i cognomi sono, per chi fa questo mestiere, un know how, un patrimonio inestimabile che ha un valore commerciale. 

Vuoi una lista di nomi?  Vuoi la mia lista di nomi? Bene, allora quantifichiamo. 

Anni fa mi capitò la stessa cosa. 

Venne da me un artigiano nel settore della gioielleria e mi disse: “Sai noi siamo i migliori -rispetto a chi, qual è il parametro di misura…chi si loda si imbroda- e visto che hai tanti contatti, vorrei arrivare al  Sig. WW perché vorremmo produrre la sua linea di gioielleria”

Certamente”, fu la mia risposta, “essere introdotti al Sig. WW, non garantendo il risultato dell’incontro, ha questo valore” .

Contrariato, perché lui era il migliore, mi rispose con spocchiosa arroganza “su, cosa ci vuole a fare una telefonata, dieci minuti. Tutt’al più ti faccio una ricarica”.

Ecco, questi non sono i nostri, o quanto meno i miei clienti. 

Se è tanto facile, libero di fartelo da solo. 

A voi è capitata una situazione analoga? Come avete risposto? E soprattutto, come vi sentite quando non viene compreso il valore del vostro lavoro?

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