La Sergiunga del Monferrato
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#lasergiunga #monferrato #casorzo |
“Il posto più bello dove sia mai stata.
Un luogo del cuore.
A contatto diretto con la natura dove i miei figli, allora piccini, vivevano seguendo i ritmi che dettavano la luce del giorno e il silenzio della notte.
Quelle estati mi sono rimaste dentro, il ricordo più intenso.”
Racconta Anna Maria Di Oreste, padrona di casa de La Sergiunga
“E così, quando sono arrivata tra queste colline ho portato con me il
nome di quel luogo che mi aveva accolta e dove mi immergevo nella pace. ”
Genius loci.
Ecco cosa significa Sergiunga per Anna Maria: un luogo speciale. Ha saputo trasformare quelle cartoline del passato in vivide sensazioni per i suoi ospiti.
Elegante nei modi, stile discreto ed attento. Una signora senza età né tempo. Classe nel ricevere gli ospiti e buon gusto che parla di lei in ogni dettaglio della casa, un piccolo B&B di charme a Casorzo, nel Monferrato.
Tre stanze, una piscina e
un grande tavolo dove la mattina si fa colazione e si programma la cena in uno
dei tanti ristoranti della zona. E tra un caffè e una torta fatta in casa ci si
scopre e ci si racconta con Anna Maria, con Giorgia Sanlorenzo, giovane artista che qui è di casa e con gli altri ospiti della struttura.
Occhi intensi quelli di Anna Maria. Sguardo fermo e pensiero
veloce tanto che se ne può percepire la coerenza e il rigoroso equilibrio.
La Sergiunga le appartiene in ogni sfumatura.
Ci sono luoghi magnetici che ti attraggono, pensi di essere tu a sceglierli in realtà, c’è una fitta rete di impulsi che si intreccia sotto i nostri piedi e che si connette direttamente a quella parte inconscia che ti guida direttamente là, dove si è prefissa di condurti a tua insaputa.
E così è
accaduto.
Non si sa per quale ragione, forse non immediata e forse non da subito chiara, certo è che già era tracciato il sentiero su quella mappa evanescente dell’anima che dovessi trovarmi a Casorzo, a La Sergiunga, a 20 km da casa.
Tre giorni da straniera che visita con occhi incantati terre che da sempre sono mie.
Mi è bastato scollinare due volte, cambiare approccio, punto
di vista e lasciarmi andare.
La Sergiunga, Anna Maria e quello spirito che connette affinità elettive hanno fatto il resto. Se l’intento di Anna Maria era quello di segnare l’anima di quelli che soggiornano a casa sua, con l'incanto del luogo, c’è riuscita.
E sono
anche convinta che non a tutti sia concesso di varcare quello sguardo profondo,
fatto di mille vite vissute, di chi ha deciso di aprire le porte di quella che è la sua parte più intima che passa attraverso La Sergiunga.
Casorzo è un piccolo paese sulle colline astigiane al
confine con la provincia di Alessandria. Poco più di 600 abitanti che si
dividono tra la sua parte alta e quella bassa. La Sergiunga si trova
sull’antica strada che congiungeva Moncalvo a Vignale per poi proseguire verso
Alessandria. Una delle prime abitazioni di Casorzo bassa, molto probabilmente
nel passato fu anche una stazione dove si potevano cambiare i cavalli e rifocillarsi
oltre che dimora dei contadini che curavano le terre di una famiglia benestante
di Grazzano.
Casorzo è conosciuto per il suo vino dalla storia antica, il Malvasia,
uno dei migliori vini dolci rosati italiani che, per il modesto tenore
alcolico, può essere gustato in ogni ora del giorno. Ottenuto esclusivamente da
vigneti siti sulle colline che sono patrimonio Unesco, è vanto e prestigio
della zona, dove da tempi lontani ha sempre accompagnato ed allietato le feste
paesane. Il Malvasia, si fa risalire al XIII secolo e il suo nome probabilmente
deriva dal porto greco di Monenvasaia, e grazie a navigatori veneziani abili
nei commerci, arrivarono nel Monferrato le primi viti di “malvaxia” che erano
dette anche uve greche.
Il Malvasia, definito un vino 'dal profumo incantevole e
dalla dolcezza raffinata' è un vino doc dal 1968.
Se si soggiorna a La Sergiunga, si deve assolutamente visitare Vignale Monferrato, prendere un aperitivo al Bar Chiuso di Moleto, degustare vini da Hic et nunc, cenare all’Antica Corona Reale di Moncalvo e visitare gli infernot, le cattedrali sotterranee della zona.
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