RISO BUONO




Scende dal trattore con naturalezza ed eleganza come se stesse percorrendo la scalinata di Piazza di Spagna durante le sfilate dell’alta moda, mi viene incontro con un vestito bianco ed un cappello di paglia, che solo a lei non si sporca, il suo garbo circonda quello che c’è intorno. 
Siamo in mezzo alla campagna, ma la luce di Cristina racconta tutt’altro. 
Pare di essere in un salotto ed invece, intorno a noi: risaie, silos, magazzini, orti, trattori, muletti, mucche, oche ed il suo riso, quello buono. 



Cristina è una donna straordinaria.
Dai sampietrini di Via del Corso a Roma, alle galoche per camminare nei suoi campi per curare il  riso, ironizzando sul karma, il destino ed il fato con disinvoltura.
Dal nulla in cinque anni ha creato un’azienda, ha ristrutturato i locali che da cento anni nessuno più apriva, ha portato linfa ed energia in un piccolo paese della provincia di Novara, Caselbeltrame.
Se non fosse per l’accento che tradisce le sue origini capitoline, sembrerebbe una piemontese doc.


In modalità mondina 2.0 salta da un aereo all’altro, da un continente all’altro, eventi, conferenze, fiere, cuochi e chef stellati, sempre con il suo riso sotto al braccio. 
Ha un obiettivo preciso, che va ben oltre la commercializzazione, ed è fare cultura, raccontare il riso, quello italiano, quello di qualità.
In un attimo le è cambiata la vita. 
Commercialista, con una lunga esperienza in ambito immobiliare, viene al nord per vedere alcuni lavori strutturali che dovevano essere fatti nella tenuta della famiglia del marito. 
Fatale fu quel giorno. 
Ignara di quello che sarebbe accaduto da lì a poco.  
“Se l’avessi saputo, non sarei mai venuta a vedere quei tetti da risistemare” ridendo.

Rocco ha sedotto anche Cristina,
inutile,
ha un debole per le bionde

È curioso come la vita ti faccia fare degli incontri straordinariamente inaspettati, e che in modo così semplice e naturale, cambi radicalmente la tua esistenza. 

“Quando sono a Roma vorrei essere qui, quando sono qui vorrei essere a Roma. 
Vivo questa dualità che alla fine mi appartiene, sono sempre quella di ieri e oggi sono anche questa. Ho acquisito nuove consapevolezze che mi fanno stare bene. 
Ho imparato i valori del tempo e di quanto sia bella la vita qui in campagna. 
Chi l’avrebbe mai detto!
Hai visto i paperotti che sono nati?” 


Less is more! Questa è la sua filosofia. 
Viaggiare leggera, scaricare il superfluo; svuotare è riempire, fare spazio.
Mi piace pensare che, in una vita precedete, lei appartenesse già a questa terra, anzi, ne sono convinta.
Riso Buono ha ristabilito l’ordine naturale delle cose e delle sue tante esistenze. 
L’ha riportata al suo punto di partenza.

Artemide RisoBuono
Apre i sacchi ed accarezza il riso, lo prende in mano, lo osserva, lo annusa, il suo sguardo è intenso, materno e chirurgico. 
Si sofferma un attimo, e sembra un’eternità.  
Poi su e giù dalle scale a vedere il museo che narra la storia del riso e della famiglia Cavalchini; poi nella piccola bottega, uno scrigno di tesori del passato che ha trovato durante la ristrutturazione; via nella stalla che si trasforma in luogo suggestivo di incontro, ed ancora a vedere le stanze affrescate della casa padronale, sfiorando il grande tavolo sotto il portico che diventa un ufficio a cielo aperto. 
Sturm und drang, tempesta ed impeto, energia e fermezza, ironia e precisione, leggerezza e tenacia.


Riso Buono.
Non ha bisogno di slogan o di tante spiegazioni, è di per sé già esaustivo. 
Il riso di Cristina è Riso - Buono. 
Non lo dico io, non lo dice lei, lo dicono i risultati, lo dicono le vendite, lo dicono coloro che il riso lo cucinano.
L’avventura Riso Buono è scivolata via da sola, come bere un bicchier d’acqua 
“ si sono susseguiti gli eventi, con naturalezza, e con la squadra giusta è stato tutto ancor più semplice. Liscio. Abbiamo lavorato sul prodotto, volevo la perfezione, altrimenti non mi sarei differenziata” e così è stato.
Cristina ha ritmo, un ritmo veloce. 
Sembra la personificazione del manifesto futurista di Marinetti. 
I suoi attimi di pausa, di fermo, di silenzio sono carichi di emozione che ti passa con un sorriso e che ritrovi nella trasparenza dei barattoli di vetro.

Aretemide e Carnaroli di Riso Buono

Riso Buono Carnaroli gran riserva viene fatto invecchiare da grezzo per un anno e questo crea una minore dispersione di amido e di minerali, non incollandosi tra di loro e mantenendo bene la cottura; Riso Buono Artemide gran riserva è integrale, nero, con un contenuto molto alto di ferro e silicio dall’aroma intenso e gradevole. 
Infine, le farine di riso prodotte utilizzando esclusivamente il riso dell’azienda. 
La macinazione lenta delle rotture del chicco, consente di conservare le caratteristiche ed i valori nutrizionali del riso Buono sia Carnaroli che Artemide. 
Priva di glutine questa farina ha un elevato valore nutritivo, contiene pochi grassi ed è altamente digeribile.     

Focaccia con farina di riso Artemide
Forse, sarebbe stato più semplice parlare del riso, delle sue proprietà, di ricette, degli chef stellati, di quanti sono i paesi nel mondo che gustano risotti speciali cucinati con questi chicchi che vengono dalle risaie novaresi, ma non  sarebbe stata la stessa cosa. 

"Chi non semina non raccoglie"
Il prodotto è l’espressione di chi lo fa, è l’estensione di un’anima, di una visione, di un’idea.
Ecco perché il Riso Buono è più buono. 
In ogni chicco di riso c’è il coraggio, l’incoscienza, l’avventura, la femminilità, la follia, la dolcezza, l’eleganza, l’etica di una donna che ha fatto del suo riso un’opera d’arte.

Prodotti Riso Buono

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