L'oro di casa Marenco: la terra di Strevi
La terra di Strevi |
Quando entri a casa di qualcuno che non conosci, solitamente con lo sguardo si fa una carrellata panoramica educata, giusto per non
sembrare troppo curioso.
Così, tra una chiacchiera e l’altra, sbirci un
po’ qua ed un po’ là con una garbata discrezione, cercando di capire qualcosa
in più del tuo ospite.
Poi, tac!, trovi sempre un qualcosa che ti colpisce.
Un
dettaglio, una fotografia, un
particolare oggetto.
Ecco, a casa della famiglia Marenco, al di là delle bottiglie della loro cantina, del
tavolo imbandito, dei formaggi e dei salumi, degli oggetti di una storia contadina
che ci circondano, la cosa che mi ha galvanizzata è stato un piatto dorato
con sopra quattro zolle di terra.
Boooom!
Un’istallazione post moderna!
Immensa, carica di significato.
La somma di tutto il senso della vita
appoggiata ad una mensola, così discreta e potente come l’animo dei piemontesi.
Di certi piemontesi.
La disponibilità della famiglia, l’accoglienza, i sorrisi
franchi, l’energia e la determinazione hanno trovato tutta lo loro ragione d’essere
in questo piatto che è diventato poesia
pura.
Non un piatto qualunque, non un vassoi, ma un piatto d’oro, perché l’oro
vero è: la terra.
Un senso profondo di accoglienza e riconoscenza.
Riconoscenza
a questo territorio dell' Alto Monferrato,
patrimonio Unesco, che da anni viene lavorato e tradotto in quel vino che tutto il mondo conosce; ed accoglienza, come a dire: “benvenuti, ecco la nostra terra,
è la vostra e ve la offriamo, siete a casa”.
Niente di più semplice, niente di più potente.
Strevi, Alto Monferrato, vigneti Marenco |
Siamo a Strevi, in provincia di Alessandria, a pochi
chilometri c’è Acqui Terme, una città
bella, accogliente, signorile, con accenni di liberty a testimonianza di un
passato recente ricco di bellezza e cultura, e famosa fin dall’antichità per le
proprietà terapeutiche delle sue terme.
#labollente #acquiterme |
Nello stemma del Comune di Strevi sono raffigurate sette coppe, forse ad omaggiare queste terre da sempre vocate alla coltivazione di uve.
Salgo sul fuoristrada con Michela una delle tre sorelle
Marenco e via, si parte alla scoperta di questo paesaggio. La terra nel giro di
poche centinaia di metri da bianca diventa rossa, filari e filari, non so più
dove guardare.
Dal crinale della collina è tutto un paesaggio che toglie il
fiato.
Inutile, non ci si abitua mai alla bellezza.
Arriviamo dove tutto ebbe inizio, nella vigna
più importante per i Marenco, nella valle Bagnario.
#bachetto e #moscato |
E mentre ci arrampichiamo sulla collina Michela allarga le
braccia e dice: “Da questa parte c’è il brachetto e dall’altra parte il
moscato. Quel versante apparteneva a mia
nonna e questo a mio nonno, si sono conosciuti in vigna e tra una vendemmia e l’altra,
si sono innamorati.”
Mi stupisce lo sguardo, sembra che anche lei osservi per
la prima volta queste vigne.
Le vigne
sono molto irte, tant’è che dalla cima non si riesce a vedere il fondo.
Impervie, dure, difficili da lavorare ma la soddisfazione nel bicchiere ripaga
di ogni fatica. “Scrapona” nome della vigna e dell’etichetta, il loro pluripremiato moscato.
Lo stesso moscato
che Barack Obama bevve durante un pranzo all’Onu.
#roccoblogger a casa #marenco |
“Scrapare” in dialetto vuole dire arrampicarsi, e qui ci si
arrampica davvero. E ci si arrampica anche sulla “panchinona”, che troneggia
sull’orizzonte.
Le vene bianche della terra: la ricchezza di questi vini. La
materia tufacea, sabbia e limo, intensifica la freschezza ed il profumo delle
uve aromatiche.
Ultima sfida delle sorelle Marenco è l’Albarossa, un
incrocio tra Nebbiolo e Barbera, un rosso alla conquista del suo spazio in una
terra di vini dolci e bollicine.
Qualcuno dice che uno dei più bei regali che si possa fare o
ricevere è il tempo.
vigneti #marenco |
Michela ci ha regalato il suo tempo. E lo regala a tutti
coloro che vogliono conoscere queste terre. Ogni sabato mattina, da aprile fino
a fine vendemmia, l’appuntamento è alle 10, con la crew delle Marenco che si
mettono a disposizione per chi vuole fare una passeggiata nelle loro vigne.
la grande panchina |
Le specialità della zona sono tante e tutte straordinarie,
difficile fare una selezione. Mi limito solo a citare il famoso “filetto
baciato” di Ponzone, paesino della valle Bormida, un insaccato di maiale col
cuore di sottofiletto lasciato macerare in salamoia per una settimana
per poi essere avvolto, “baciato” ,con un impasto di tagli magri pregiati
con l’aggiunta di guanciale e di pancette, e messo in fine a stagionare per due
o tre mesi.
#filettobaciato |
Ottimi i formaggi di capra nelle loro varie stagionature e per chi
ama i dolci, essendo anche questa zona di “tonda gentile”, non possono mancare
gli amaretti, i biscotti o le torte di nocciole, speciali quelli della
pasticceria Chiodo
produzione pasticceria #chiodo |
Acqui Terme e i suoi dintorni, questa è Strevi, questo è l’Alto Monferrato, la sua ricchezza più grande sono le persone.
#donnedelvino #ontheroad |
ravioli da stuzzicare |
stemma del comune di #strevi |
differenti stagionature di robiole di capra
|
Una suggestiva descrizione delle nostre terre, dei nostri prodotti, della nostra storia.
RispondiEliminaIl connubio indissolubile tra prodotti di qualità e vino pregiato, questo è l'acquese.
Un'immersione nel paesaggio, nel tempo...una poesia.
Grazie, felice di essere riuscita a trasferire le emozioni che ho vissuto.
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