Le bollicine di Andrea

                                    


Prendendo spunto da una una celebre espressione, chissà di chi, si potrebbe dire che da una manciata di sassi presi con la mano ne scappa via sempre qualcuno, di solito questo è ciò che è considerato superfluo.

Tutto quello che rimane è utile magari per fare o costruire qualcosa di importante.

Ed è quello che ci è successo quando abbiamo incontrato per la prima volta Andrea Ivaldi

Ci è rimasto tra le mani e la mente, tutto il buono di un produttore che avremmo voluto conoscere tempo prima, più a fondo.  Lo abbiamo fatto a distanza da un primo fugace incontro andandolo a trovare direttamente nella sua cantina come si conviene, perché,  i sospesi non ci piacciono.

Un passo indietro

Seduto accanto a me, durante l'ultima edizione della Fiera  Mondiale del Tartufo bianco d’Alba,  mentre sul palco si esibiva lo chef e soprattutto amico  Davide Rangoni, 1 stella Michelin,  c'era appunto Andrea Ivaldi. Rangoni  alla platea internazionale proponeva il suo impareggiabile salmerino alpino al burro nocciola, con una mugnaia di mandorle, aglio della regina e lamelle di tartufo bianco e Ivaldi l'abbinamento con la sua bollicina elegante di Alta Langa " Andrea". Non un vezzo autocelebrativo ma un passaggio di testimone nell'azienda di famiglia.

Pervasi dalle sue bollicine e dallo stupore per la grande potenza espressa da questo Chardonnay 100% non potevamo fermarci alla semplice degustazione,  volevamo capire e conoscere più a fondo questo mondo, il suo mondo e l'Alta Langa che ci affascina sempre e da sempre.

Un passo avanti

"Volli, sempre volli, fortissimamente volli"  ed eccomi seduto nella cantina Ivaldi a fare quattro chiacchiere e qualche assaggio con chi, quell’Alta Langa DOCG, l'ha prodotta.

Siamo a Nizza Monferrato terra astigiana, patria di mostri sacri come il Nizza e il Moscato DOCG solo per citarne alcuni.                                                        

Consci di essere rapiti da una curiosità infantile di riassaggiare le bollicine di Andrea, ci accoglie in un caldo pomeriggio di inizio estate, sulla porta della sua azienda che sorge in cima ad una collina completamente foderata di vitigni, ordinatamente pettinati e precisi, uno spettacolo che appaga subito la nostra vista.

Sono sempre affascinanti le storie di chi ha fatto della vigna la propria vita, come diapositive i suoi ricordi vengono proiettati nelle nostre menti.

Parte da lontano la storia di questa cantina e ci narra molto di terre coltivate da mani sapienti che hanno saputo ascoltare la vite.  Prima il bisnonno Guido, poi il nonno Pietro e il padre Dario, fino ad arrivare alla terza generazione, quella di Andrea che oggi conta una produzione di circa 30.000 bottiglie ricavate dai 12 ettari coltivati soprattutto a Barbera, dove non mancano vitigni come il Dolcetto, il Moscato e lo Chardonnay, l' unicum del suo Alta Langa DOCG.

Luoghi semplici questi ambienti dove il vino riposa il tempo necessario affinché diventi pronto.

Un clima familiare che coccola anche noi forestieri che per un lasso di tempo ci sentiamo come a  casa. Parlare con colui, dà la sensazione di conoscerci da sempre.

Il tempo fugace trascorre in modo gioviale e divertente davanti ad una bella bottiglia del suo “Andrea” aperta per l’occasione, servita ad una temperatura perfetta con una bollicina morbida e persistente e ci conferma quanto intuito mesi prima. Il suo Alta Langa DOCG, a parer nostro si intende, non ha nulla da invidiare al folto panorama di bollicine italiano.

Tralasciamo nei discorsi subito i soliti tecnicismi sulla produzione di questo nettare o spumante che dir si voglia, che si attiene ad un rigido disciplinare, non scriveremo che le vigne devono essere coltivate ad una altezza minima di 250 mt slm, tantomeno non ricorderemo che le uve devono essere chardonnay o pinot nero quasi in totalità, non elencheremo le provincie e i comuni piemontesi di produzione, pensiamo a degustare e basta.

Sappiamo bene che, a volte, l’unico difetto di alcuni vini è quello che finiscono troppo in fretta e qui, il tempo all’improvviso, come un fulmine a ciel sereno, ci ricorda che dobbiamo tornare a casa.

Salutandoci Andrea ci dice orgogliosamente che produrrà il prossimo anno un Alta Langa DOCG rosé.  

Siamo pronti per il prossimo giro.                             

Alla salute!

Max&Rocco











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