VERMOUTH DI TORINO COCCHI 1891

Ph LG- Cocchi riserva, Dopo Teatro, Cocchi Storico

Rari sono i casi in cui una città si identifica in una delle sue eccellenze.  

C’è un nome che da sempre è sulle labbra di tutti, come un vecchio zio di famiglia, come un amico affidabile e presente. 

Lui c’è. 

Lì, all’angolo della piazza principale, che ti aspetta, osserva, rincuora e riscalda. 

In quel pezzetto di piazza, crocevia di  viaggi, storie, incontri, emozioni, ricordi e tempo.

“Ci vediamo da Cocchi” è un po’ come dire: ”Ci vediamo a casa”. 

È la frase più facile da pronunciare per dare l’appuntamento a qualcuno, sia astigiano, sia che venga da lontano e non si sa orientare. 

Basta puntare su Cocchi, da dove tutti arrivano e partono.

ph Cocchi

Poco importa se Giulio Cocchi era di origine toscana, lui, oggi come allora, è a tutti gli effetti appartenuto alla città di Asti e Asti appartiene a Cocchi.

Arrivato da Firenze molto giovane, Giulio Cocchi era un giovane pasticcere attento alla tradizione enogastronomica piemontese, affascinato dalla diffusa tendenza ad aromatizzare i vini con erbe e spezie e grande estimatore del Moscato d’Asti.    

Dalla capitale del rinascimento si trasferì nella capitale enologica del tempo e qui, si innamorò di una giovane fanciulla, il cui padre aveva un bar sull’angolo dell’odierna piazza Alfieri, lo stesso che oggi è ancora lì ad accogliere passanti e affezionati clienti.

“Cocchi, era un personaggio carismatico e geniale” racconta Roberto Bava, AD della Giulio Cocchi che dal 1978 fa capo alla famiglia Bava, viticoltori, sperimentatori e produttori dal 1911, di vini classici e innovativi di Monferrato e Langa, Barbera e Barolo su tutti. “Fu lui ad elaborare il primo barolo chinato elevandolo nell’olimpo dei grandi vini”.

Ph Cocchi
Brillante, lungimirante, precursore dei tempi. Innate nella sua indole, capacità e  quelle tecniche di marketing di cui ci vantiamo oggi, Giulio Cocchi fu tra i primi ad intuire la potenzialità del brandizzare i negozi per far conoscere i propri prodotti. Siamo nel 1913 e sono più di una decina sparsi per l’Italia quelli che portano il suo nome, senza contare quelli all’estero, soprattutto in Venezuela dove fino agli anni Ottanta c’era la Casa Cocchi de Venezuela a Caracas.

“Ma vi racconto di più, nella chiesa di San Pietro, all’ingresso di Asti, c’è un’acquasantiera con inciso il nome di Giulio Cocchi, fu capace pure di sponsorizzare l’acquasanta”.

Pioniere coraggioso, con il suo Vermouth ha cavalcato, superando senza ammaccature, due conflitti e crisi economiche mondiali, tanto da arrivare quest’anno a compiere 130 anni, giovane e frizzante come non mai. E ancora ricco di tante sorprese.

ph LG- Cocchi Storico

Tre sono i Vermouth Giulio Cocchi che andiamo a raccontare e ad abbinare a tre parole che ne pizzicano l’essenza.

Cocchi Storico Vermouth di Torino, "è il prodotto iconico di casa Cocchi, il vermouth per eccellenza da Negroni, non porta la scritta rosso, bianco né dry, perché appartiene alla categoria dolce e di color ambrato, presente nei manuali di fine Ottocento come racconta la sua etichetta.

Eclettico perché si possono fare abbinamenti, audaci, divertenti e folli."

Ph Cocchi
Dopo Teatro, "è un raro “vermouth della sera” ed è stato chiamato così per la tradizione piemontese di bere una piccola coppa di vermouth fresco accompagnato da una scorza di limone alla sera, magari dopo aver assistito a qualche rappresentazione in uno dei teatri storici della città."

Dopo Teatro è sabaudo

porta con sé tutta l’eleganza e “l’andi” -il portamento -di quella Torino regale.

Ph Cocchi


“Riserva La Venaria Reale”
è il Vermouth creato da Cocchi per stabilire una pietra miliare nel rinascimento dei Vermouth di categoria premium.

Un vermouth di tradizione sabauda creato in collaborazione con la Reggia di Venaria e prodotto in due sole edizioni di pochi esemplari.

Ricetta, selezione degli ingredienti botanici, tempo di affinamento: tutto è stato lungamente ragionato per coerenza storica e geografica. Il Vermouth Riserva La Venaria Reale ha infatti un’identità forte, sia territoriale – vino piemontese, erbe alpine – che storica, a rievocare il ruolo essenziale della casa reale dei Savoia nella nascita del vermouth moderno.

"Nel 2016, stavamo lavorando sulla legge IG per il Vermouth di Torino. Ci si era posto il problema di  come spiegare, non solo in Italia, ma nel mondo, il perché il Vermouth di Torino fosse diverso dagli altri vermouth prodotti al di fuori dei nostri confini regionali.

 La risposta fu semplice. 

Il vermouth moderno è nato qui, nelle corti reali, da qui si propagavano le mode e le tendenze. 

Questa fu la vera origine del Vermouth di Torino. 

Ph Diego Fusaro da Lavenaria.it

Siamo arrivati nell’archivio storico dei Savoia e qui abbiamo trovato una lettera scritta a mano da Emanuele Filiberto al suo giardiniere che gli chiedeva di piantare 5 salme di artemisia nel Potager Royale del castello.

 Era il 1563.

L’artemisia, piemontese è come la vite, la differenza la fa il terreno, le stagioni e i fattori climatici .

Ripercorrendo la storia del Vermouth di Torino, ho voluto azzardare e realizzare un sogno. Sono andato dal direttore delle residenze sabaude e non senza fatica, ho ottenuto di  poter piantare l’artemisia nel giardino de La Venaria Reale, proprio lì, come da tradizione, come si faceva allora. Qui l’idea di replicare un vermouth,  fatto con la botanica di allora."

  1891 sono le bottiglie di “Riserva La Venaria Reale .

La sua parola è:  balsamico perché massaggia dentro.

Ph Cocchi 

Dalle case reali al tempio della mixologia, Cocchi, senza soluzione di continuità, arriva a Londra dove dal 2019 ha stretto una prestigiosa collaborazione con Maxime Schulte, Head Bartender al The American Bar e Elon Soddu, Head Bartender al The Beaufort Bar. 

"Ci sono solo tre prodotti che hanno il nome Savoy sopra, uno, è il nostro Cocchi Savoy Vermouth di Torino Dry".

Lo spirito eclettico di Giulio Cocchi, continua a generare storie di meraviglia.

Roberto Bava ph Cocchi

Vi siete mai chiesti

"Di cosa deve sapere il vermouth? 

semplice, come dire Roberto Bava,

"Deve sapere di vermouth. 

Deve avere un eccezionale equilibrio di tutte le componenti fino a creare 

un gusto nuovo. 


Vermouth di Torino mon amour






 

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