Buttafuoco a gonfie vele






“Dovunque vorremo andare andremo, una nave è questo in realtà. Non è solo una chiglia, con uno scafo e un ponte o delle vele, sì, la nave è fatta così, ma ciò che una nave è, in realtà, è libertà.” 

Jack Sparrow

Il collo del Buttafuoco: bompresso e la prua della mia nave immaginaria.

All’orizzonte il profumo di avventura. 

Una nuova avventura per un rosso che da secoli racconta e segna la geografia dell’Oltrepò. 

Folle come capitan Sparrow, salgo sul vascello con Armando Colombi, presidente del Club del Buttafuoco Storico, alla scoperta di storie infinite come quella di questo vino.

Solchiamo la terra del 45° parallelo, piú precisamente quel territorio chiamato “lo Sperone di Stradella” tra il torrente Scuropasso e il Versa e tra le mani, una bottiglia che già di per sé è un forziere che racconta tutto quello che poi si trova al suo interno.


L’etichetta semplice che segna l’annata e il nome dell’enologo che di anno in anno cambia come vuole lo statuto, il vetro con in rilievo l’effige inconfondibile ovale del veliero e nel retro, un’etichetta che riproduce il logo, il numero di serie e da una a 6 fiamme, che ne certificano la qualità della produzione.

Tra storia e tradizione le vele infuocate di questo vino ricordano che nella seconda metà del 1800, la Marina Imperiale austro-ungarica varò una nave dal nome “Buttafuoco”.

La leggenda vuole che il nome sia il ricordo di una battaglia perduta da una compagnia di marinai imperiali, comandati a operazioni di traghettamento sul fiume Po nei pressi di Stradella e successivamente impiegati su queste colline nella guerra contro i franco-piemontesi. 

Un vino del luogo chiamato Buttafuoco ebbe più successo del fuoco della battaglia nell’attirare a sè i baldi marinai, i quali, dentro una grande cantina, fecero strage di botti e bottiglie.

 

Quando e perché nasce il Club del Buttafuoco?

Questo anno celebriamo 10 anni dalla nascita della DOC Buttafuoco e i 25 anni del Consorzio Club del Buttafuoco Storico; nel 1996 quando ufficialmente 11 vignaioli diedero vita al Club, non esisteva la DOC Buttafuoco ma la sola menzione "Buttafuoco" che si trovava sotto il cappello generico Oltrepò Pavese.

Questo vino era stato accantonato da molte aziende perché il disciplinare di produzione era troppo generico e si era dimenticato della storia lo aveva caratterizzato.

Nel 1996 con la fondazione del Club si stilò un regolamento che fosse più restrittivo rispetto al disciplinare e che fosse obbligatorio per chi volesse produrre Buttafuoco Storico, in maniera molta sintetica le regole del "Buttafuoco Storico" sono:

- vigne poste solo nella zona storica, lo sperone di Stradella

- solo le vigne storiche e le più vocate

- vigneti composti da piante 50% croatina, 25% di barbera e 25% tra uva rara e ughetta di canneto, raccolte e vinificate in maniera congiunta

- affinamento in botti di legno minimo 12 mesi, 6 mesi almeno nella caratteristica bottiglia con il veliero impresso; in totale minimo 36 mesi tra vendemmia e inizio della commercializzazione.

Tutto questo per ottenere un vino rosso fermo di grande struttura.

Il Club, che poi negli anni si è trasformato in Consorzio, si occupa oltre che della promozione del marchio privato, dei vari controlli per certificare la filiera del prodotto "Storico".

La produzione del Buttafuoco DOC coinvolge7 comuni, Canneto Pavese, Castana, Montescano, Broni, Stradella, Cigognola e Pietra de Giorgi per la loro interezza, mentre la zona di produzione del Buttafuoco Storico è più piccola, sempre nei 7 comuni ma solamente nello sperone collinare a cavallo tra il torrente Versa e il torrente Scuropasso.

La zona storica è caratterizzata da colline alte fino a 300 mt sul livello del mare con forti pendenze e terreni ghiaiosi, di arenarie e di argille.

Il Buttafuoco Storico, vendemmia 2020, dovrebbero essere circa 90.000 bottiglie divise in 17 vigne.

Che cosa significa per Lei questo vino?

"Il Buttafuoco Storico per me significa molto, io credo molto nel territorio dove ho scelto di vivere (Oltrepò Pavese) e il Buttafuoco è il mezzo per far crescere tutta la zona dal punto di vista sia economico che turistico, il Buttafuoco non è solo un vino buonissimo ma uno strumento per valorizzare tutto l'Oltrepò Pavese ed è questo il messaggio nella bottiglia che vorrei che si trovasse bevendo questo vino."

  

Ricordi e progetti tra passato e futuro

"Sono 8 anni che i soci del Buttafuoco Storico mi hanno dato la direzione del Club e di ricordi ce ne sono tantissimi; il vino è gioia e amicizia, il Buttafuoco lo è ancor di più.

Uno dei ricordi più belli è sicuramente la recente "brandizzazione" dei Navigli a Milano dove per una settimana ho potuto brindare con gli amici più cari in una delle zone più emozionanti di Milano.

I progetti sono al momento TOP SECRET, sicuramente continuerà il grande lavoro di comunicazione in Italia ma con un occhio all'estero, sveleremo di più durante le imminenti celebrazioni per i 25 anni."

Intanto che il capitano Colombi dirige la nave, io mi gusto questo rosso di fuoco con un salame di Varzi e mi godo il viaggio tra le colline dell’Oltrepò.

I produttori di Buttafuoco

Viticoltori, vinificatori e imbottigliatori in proprio: sono 14 i vignaioli autonomi del Buttafuoco Storico che continuano a condividere una strategia di crescita, tutti associati al Consorzio.

Azienda Vitivinicola Calvi di Davide Calvi

Tenuta la Costa di Calvi G. e C.

Azienda Agricola Colombi Francesco

Azienda Agricola Colombo Carla

Azienda Agricola Diana di Giovanni Barozzi

Azienda Vitivinicola Fiamberti Giulio

Giorgi Srl

Azienda Agricola Giorgi Franco di Giorgi Pierluigi

Azienda Agricola Il Poggio di Alessi Roberto

Azienda Agricola Maggi Francesco S.S.

Azienda Agricola Piovani Massimo

Azienda Agricola Poggio Rebasti

Azienda Agricola Quaquarini Francesco S.S.

Azienda Agricola Riccardi Luigi

Azienda Scuropasso-Moscarino

 


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