OMMM, Omkafè. Il caffè per meditare



Ci vediamo per un caffè?
Promessa, scusa, invito, tentativo di seduzione, tutto intorno ad una tazzina di caffè.
Poi la sua ritualità, i gesti, i profumi che rimbalzano da una casa all'altra.
Scandisce il tempo. 
La colazione, il pranzo e la fine di una cena con gli amici. 
C'è chi lo "ammazza", chi lo beve senza zucchero, chi con una goccia di latte.
Ogni famiglia ha la sua "ricetta" anche per fare il caffè. 
Presenza discreta e costante della nostra vita. Come un calumet, la caffettiera in mezzo al tavolo rimane un catalizzatore di emozioni.


Lorenzo Martinelli
#omkafe


Ho visto preparare da Lorenzo Martinelliun caffè con filtri e alambicchi che si è trasformato in una pozione magica con l'aggiunta di camomilla e pistilli di zafferano.
"Il caffè preparato per Fish and Chef era un Etiope con zafferano e camomilla. Nasce dalle caratteristiche del caffè che erano molto fruttate e floreali e l’aggiunta di zafferano e camomilla hanno esaltato queste sensazioni creando una bella armonia che ha stupito anche noi. Vedi, queste ricette nascono sempre dalla ricerca. Ho la fortuna di avere degli ottimi collaboratori e da loro è nata questa delizia."

Omkafè
Arco TN
Omkafè è la storia di un marchio italiano e la storia della tua famiglia, raccontaci come nasce la tua azienda. Le tue radici ci raccontano che sei nato tra i sacchi di caffè,che cos'è per te IL Caffè? 

Omkafè nasce ne 1947 da Ottorino Martinelli (O M kafè) mio nonno. In quell’anno apre a Riva del Garda una bottega/caffetteria con torrefazione sul retro.  
Molte volte portava il caffè in bicicletta ai clienti facendo un giro per i paesi della zona. E quella bicicletta ce l’ho ancora.
Poi negli anni ’80 ‘90 e 2000 mio padre Renato e mio zio Remo proseguono l’azienda di famiglia cambiando sede per ben 3 volte fino a quella attuale di Arco.
Io sono veramente nato e cresciuto con il profumo del caffè che mi circondava. Mi ricordo giocare tra i sacchi, con i chicchi tostati e crudi, aiutando ad impacchettare il caffè. Questo mondo mi è diventato subito il profumo della mia vita.
Ho iniziato a lavorare in Omkafè agli inizi degli anni ’90 e, come in molte aziende famigliari, ha fatto fatica all’inizio a trovare il mio posto. Per fortuna ho avuto mio padre e mio zio che mi hanno lasciato fare molte esperienze. Ho viaggiato molto, visitato paesi di produzione, partecipato come giudice in varie manifestazioni nazionali ed internazionali, conosciuto tantissime persone appassionate che mi hanno fatto svelato che dietro una semplice tazzina di espresso c’era un mondo nuovo ed affascinante. È  da li, che il caffè,mi è entrato nel sangue. 
#omkafè
Facciamo un gioco. Abbina un personaggio pubblico ad un caffè

Trump 
Un caffè espresso
Diretto e concentrato (di sapore intendo). Come ogni espresso se ben estratto è un armonia ma basta poco che risulti astringente ed amaro.
Conte 
Un caffè filtro in French Press
Un caffè da bere con sentori soavi e lievi che certe volte fai fatica a percepire. Unico rischio è “il retrogusto” che conosci solo dopo averlo bevuto. Può essere dolce e fruttato come secco e sbilanciato.
 Sophia Loren 
Senza dubbio  una Moka
Un po’ per la forma, è proprio lei! Un po’ per il caffè che è avvolgente e voluttuoso, da bere leggermente zuccherato e bollente.
 Vasco Rossi è un AEREOPRESS
Moderno e graffiante, esprime la società in modo chiaro ma godereccio e gioioso. 



Come deve essere o come riconoscere un buon caffè al bar?

Il caffè è un prodotto che siamo abituati a bere con semplicità e proprio per questo, certe volte fare accademismo sul gusto di un buon caffè è difficile, essendoci in Italia moltissime tradizioni, abitudini e sensazioni che ci fanno dire se un caffè ci piace oppure no. Molto è dettato dalla nostra aspettativa immediata e quasi incosciente quando ci approcciamo alla tazzina. Principalmente associamo il “forte” e l’amaro del caffè come caratteristiche principali della tazzina nel bene e nel male. Lo preferiamo senza zucchero per svegliarci o darci tono e con lo zucchero per concederci una coccola o darci la sensazione di  un dolce.
Ma se poniamo un po’ di attenzione, come quando ci approcciamo al vino, potremmo scoprire che non tutti i caffè sono uguali.
Per analizzare bene una tazzina dobbiamo concentrarci e sentire se i sapori, gli aromi ed i profumi sono armonici e positivi, se la bocca ci resta dolce e setosa anche senza zucchero con sentori leggeri di tostato ma che di frutti e fiori. Tutto condito, gestito con eleganza e bilanciamento di tutte le sensazioni che proviamo. Sembra poesia ma anche nel caffè si po’ trovare tazzine che stupiscono!!!  E questo è una somma di meriti. Bravo il produttore che ha prodotto il chicco di caffè nei paesi d’origine, bravo il torrefattore che lo ha sapientemente selezionato, tostato e miscelato con una precisa idea di fondo, ma bravo soprattutto il nostro sommelier/chef BARISTA che ce lo ha preparato estraendo nella tazzina, con professionalità e tecnica, l’anima di quel prodotto.



Cialda, capsule o moka?

Non sono un grande appassionato di capsule, ma la cialda di carta la trovo un ottimo modo semplice e veloce per avere un prodotto con le caratteristiche di un buon espresso.
Comunque dipende sempre dal prodotto che selezioniamo.
La moka è per me il gesto della famiglia, a fine pasto tutti intorno al tavolo con la moka calda che emana profumo. Lo scendere le scale la mattina e sentire il profumo della moka del tuo vicino, sono tutte immagini che mi ricordano la famiglia.



Quali sono le qualità più buone?


È impossibile dire quali sono le qualità più buone. È come dire qual è il vino più buono per macro aree. Meglio il vino francese o italiano? Quale? C’è di tutto sia in Francia che in Italia. È così anche per il caffè pertanto, come scegliamo un vino perché lo abbiamo assaggiato, perché consociamo le recensioni e la storia del produttore , perché l’annata era eccezionale, così è anche per il caffè.
Consiglio? Dedicate un po’ più tempo a conoscere il vostro torrefattore, la sua filosofia ed i suoi prodotti.
Informatevi sul mondo del caffè per poterlo controllare meglio ed assaggiate il caffè con attenzione e senso critico come fareste per un ottimo bicchiere di vino.



Per superare questo momento di quarantena che miscela ci consigli?

Un caffè filtro dolce e morbido , da sorseggiare sul divano con tranquillità facendoci pensare che tutto finirà presto.




Puoi suggerirci qualche modo alternativo per servire il caffè e stupire i nostri ospiti anche senza filtri e alambicchi?
Un suggerimento è difficile perché bisognerebbe partire sempre dal prodotto per poi vedere con cosa si abbina.
Un’idea per l’estate potrebbe essere un caffè Etiope tostato leggero e macinato fresco da mettere in una grande carta filtro con della buccia di arancio, pompelmo, limone ed un bacello di vaniglia tagliato. Porre tutto in immersione in acqua fredda per 12 ore (è praticamente una macerazione) e poi regolarlo con sciroppo d’acero. Servire freddo dopo averlo filtrato accuratamente. Un ottimo beverage rinfrescante, se poi ci aggiungi un po’ di gin morbido …. ;-)













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