Andrea Costantini, chef con l'obiettivo


 Chef Andrea Costantini
Regio Patio
ph Tiziano Cristofoli

“Non ci sono regole per una buona foto, ci sono solo buone fotografie” Ansel Adams


Per chi “crede” nella fotografia, come disciplina di vita, non può prescindere dal grande maestro Ansel Adams.
Lui, il banco ottico e le immensità delle montagne. 
Il silenzio dei paesaggi, il rumore della luna che si sposta nella notte e quella lastra che riproduce il suo flusso di pensieri.
Incidere con la luce.
Adams, uno dei più importanti fotografi del Novecento, maestro delle grandi vedute e testimone della fotografia come voce di denuncia sociale. 
Codice comunicativo di consapevolezza.
ph Andrea Costantini
E poi c’è Andrea Costantini. 
Con il suo inseparabile zaino Invicta, quello che ha segnato l’adolescenza di chi, come me, ha goduto di quell’ingenua opulenza degli anni Ottanta, gira per i suoi luoghi, ne cattura la bellezza chiacchierando con il genius loci.
Ogni volta che vedo una foto di Andrea, il rimando ad Ansel Adams è diretto. 
Immediato.
Ricerca e visione. 
Il senso di trovare un luogo che dia pace. Che faccia stare bene. 
La fotografia è il luogo.


ph Andra Costantini
„Il colore distrae. 
Un cielo azzurro brillante sistema molte cose. 
Il bianco e nero dà quello scarto rispetto alla visione naturale che ti costringe a guardare meglio.“ G. Berengo Gardin

Le foto delle sue montagne sono immense. 
Tolgono il fiato e raccontano di lui. 
Bianco e nero.
Attraverso i suoi scatti, si percorre un viaggio nel paesaggio interiore di Andrea che può essere interrogato solo  da chi ha tempi di posa lunghi. 
Lo ritroviamo qui, come nella sua cucina. 
Andrea Costantini, chef del Regio Patio dell’hotel Regina Adelaide sul Lago di Garda, sponda veronese, è come le sue immagini.
Andrea ti costringe a guardare meglio. 
Costantini ti invita a conoscere i suoi piatti da un’altra angolazione.

Ramen di lago

Osservazione, studio di prospettiva, e la continua capacità di interpretare. 
Restituire ogni volta una visione differente.
La sua, una carta attenta alla stagionalità che cambia otto volte durante l’anno e che, amabilmente conversa con le sue quattro proposte: “Orto” un menu che nasce direttamente nell’orto dello chef; “Pranzo all’italiana” i grandi classici della tradizione; “Garda 100%” e da qui  non ci si muove, il territorio nella sua essenza; e poi, ça va sans dire, il mio preferito: “Autoscatto”.
Un dialogo diretto con lo chef e la sua espressione creativa.
Libero nella narrazione di se stesso, scatta istantanee alla Cartier Bresson con: l’ostrica di lago; sashimi di salmerino, erba glaciale, limone al sale e hibiscus; ramen di lago e la lasagna nel tortello.
Quasi dolci
lattuga, miele, cioccolato bianco e olio extravergine del Garda
Costantini continua a divertirsi anche con il dessert. 
I “Quasi dolci”: radicchio, gianduja e aceto di lampone e quello che mi ha rapito da subito: lattuga, miele, cioccolato bianco e olio extravergine del Garda. 
L’ultimo scatto dell’album di famiglia che viene sfogliato dai suoi ospiti. 
Impronta diretta di chi accorcia le distanze tra materie prime, ricerca, territorio e metodo.

Andrea Costantini e Bruno Brabieri

Entrare nella sua cucina è come essere in camera oscura. 
Lì avvengono le magie. 
Apre e chiude la luce, tira su i toni, manipola la realtà restituendone un’altra. 
I sapori della terra gardesana, che lo vede approdare qui nel 2010 dopo aver girato per il mondo ed essere stato il sous chef di Bruno Barbieri per nove anni, pian piano diventano suoi e trova il giusto ritmo.
Il pesce di lago, al RegioPatio, è il protagonista e per Costantini, una continua evoluzione.

Ostrica di lago

Immancabile il suo foulard al collo, il cucchiaio nel taschino, un sorriso che sa di casa.
Pulizia, equilibrio, ascolto del tempo, cura del dettaglio e quella cosa che a me piace molto: l’essere-non essere. 
Ironica seduzione.
Un gioco sottile di scoperta, di rivoluzione e di trasformazione.
Un gioco nel quale mi ritrovo. 
Un’ elegante e sagace mistificazione, che sorprende, incuriosisce e stupisce.
Andrea Costantini entra in connessione con ciò che lo circonda e segna il confine di campo tra ciò che è nella realtà e che viene poi servito, incessante fatica di chi continua ad indagare tra il fuoco dei fornelli e la messa a fuoco di un obiettivo, mettendo sulla stessa linea di mira il cuore, la mente e l’occhio.


Coregone gratinato, sedano, limone





Commenti

  1. Questo commento è stato eliminato da un amministratore del blog.

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  2. Andrea o per meglio dire signor Andrew , il numero UNO

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    1. grazie, convengo con Lei. Lo chef è straordinario, Andrea è un pezzo di cuore, il Rosso è geniale, il fotografo è bravissimo!!!!;)!

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