Auberge de la maison tra fiaba e relax


L'auberge de la maison
Quando ero piccola, c’era un libro illustrato che amavo sfogliare. Ero  completamente rapita da quei disegni e da quei colori morbidi che mi facevano sognare. Ricordo nitidamente questa casa bellissima di marzapane, una cascata di fiori bianchi, rosa e viola al balcone, le montagne e l’immenso prato. Era talmente bello e reale che ne potevo percepire i profumi ed il calore del sole.

Benvenuti ad Entreves
Mai e poi mai, a distanza di anni, pensavo di entrare in quella che per me era la casa dei sogni.
All'Auberge de la maison, ad Entreves, a pochi chilometri da Courmayeur, c’è tutto quello che ci deve essere.
E tutto è un equilibrio perfetto di dettagli, charme e garbata discrezione.
Ginepro è il padrone di casa, un barboncino che ha subito fatto amicizia con Rocco, due storie diverse un denominatore comune: la malvagità dell’uomo.  Da un destino che ormai sembrava segnato, ai prati della Valle d’Aosta.


All’Auberge si respira un’atmosfera di magia.
Sembra di essere veramente la principessa del castello delle favole, dove il pavimento parla e canta e dentro all’ hall c’è un piccolo chalet, sì avete capito bene, una sorta di matriosca dove dentro alla casa più grande, c’è una casa più piccola.
E sì, il pavimento canta o parla a seconda di quanto uno cammina velocemente o meno.
Un pavimento speciale, di larice tagliato di testa a cubetti volutamente lasciati mobili cosicché al passaggio si muovono e toccandosi tra loro, creano un ritmo, una sorta di melodia, un chiacchiericcio che fa compagnia. 



L’ingresso  è suddiviso in ambienti dove poter leggere, rilassarsi e conversare con gli ospiti dell’hotel.
In questo ampio spazio due piccole sale “Le petit abri” e lo “chalet” . Ed è questa la seconda particolarità.
Durante una gita in quota il papà di Alessandra (Garin, la titolare dell’hotel) si innamora di una piccola baita. Dopo averla acquistata decide di farla smontare per riportarla fedelmente con la sua porta, le finestre e le pareti proprio dentro all’Auberge. Come se fosse una casa delle bambole, solo un po’ più grande.

Lo Chalet
Facile affezionarsi a questo luogo, facile voler bene ad Alessandra ed ai suoi beaux gestes ed ecco che da Auberge  a  “maison” il passo è breve. Capita infatti che ci si senta talmente tanto a casa propria che durate il periodo natalizio, alcune famiglie chiedano di privatizzare alcune aree e avere il proprio albero di Natale, con i loro pacchetti colorati che aspettano solo di essere scartati.
Adoro la montagna in estate ed in autunno, sarà perché non sono capace a sciare ma preferisco lasciarmi scaldare dal sole del pratone esterno dove sventola la bandiera di questo piccolo angolo di paradiso.


A lambire il pratone, i campi volutamente lasciati a foraggio dove, a seconda delle stagioni, si possono vedere le fioriture e respirare i profumi che si ritrovano poi nei formaggi del territorio.
La piscina vista Monte Bianco con acqua riscaldata, il solarium, il patio del ristorante e due piccoli chalet sono quello che troviamo all’esterno.
I due chalet sono utilizzati uno per i trattamenti estetici e l’altro per cene romantiche o momenti familiari  molto intimi.



#laubergedelamaison è il luogo ideale per trascorrere,
inseme al nostro miglior amico,
 una vacanza di relax e coccole
Arrivata non so più da quale viaggio,  mi accomodo in stanza dove Rocco trova ciotole, biscotti, acqua e tappetino a lui dedicato.
Rocco, il cane blogger, mi ha confidato che i biscottini erano eccellenti. 


Mi tuffo sul letto.
La sensazione di un abbraccio delicato.
Bianco, pulito, profumo, aria tersa, le montagne fuori dalla finestra, silenzio.
Assoluto.
Vi prego, voglio che questo istante non finisca mai!
L'Aubergine
Più che un ristorante “L’aubergine” è un palcoscenico interattivo.
Seduto a tavola con me avevo un ospite d’eccezione, il Monte Bianco in persona.
Talmente bello, imponente e lì, tutto per me.
Piatti della tradizione e prodotti del territorio, nel giusto equilibrio e col carattere tipico della gente di montagna espressi dallo chef del ristorante.

A cena col Monte Bianco
A volte solo dopo esserci stato capisci il senso di un luogo.
Si sono presi cura di me.
Una cosa che personalmente faccio raramente, forse perché non ho tempo, forse perché sono pigra, forse perché so che, se per un attimo dismetto l’armatura, tutto possa crollare.
Ed invece Alessandra, e tutto  il suo staff, si sono presi cura di me.
Nel momento in cui forse ne avevo più bisogno.

Assolutamente da provare il massaggio con le spazzole
E così, dopo una sauna al fieno mi sdraio su un lettino che sembrava quello di Heidi: alto, soffice, profumato ed imbottito anche questo di fieno.  
Ogni centimetro della mia pelle è stato massaggiato, trattato, curato rigenerato tanto che, finito il trattamento, quello che ho visto nello specchio per una volta non mi è sembrato tanto male.
zona spa
L’apoteosi è stato il massaggio con due spazzole una più morbida ed una più dura, con movimenti circolari, ritmici.
E qui mi sono immersa nel silenzio ed ho lasciato andare tutte le mie rigidità, e mi sono affidata.
Tisane, olii essenziali, frutta, candele, calore e candore.

Zona sauna

Wageni ni baraka
“Gli ospiti sono una benedizione” 
cita un proverbio swahili e credo che sia lo spirito che si respira a l’Auberge de la Maison.

Grazie Ginepro, grazie Alessandra.
#roccoblogger e #ginepro


















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