Acqui un'immersione nella storia e nelle sue terme




Quando Maria Grazia mi ha invitata due giorni ad AcquiTerme  per un tour, mi è venuto da ridere. “Ma Mary, sono a casa!!!”….poi, pensandoci bene, ho accettato. 
La mia sfida era riuscire a vedere, per quanto possibile, luoghi, persone, strade, vie che percorro quotidianamente con occhi nuovi, con uno sguardo non viziato dalla critica tipica degli indigeni o influenzato da quello che è la mia esperienza personale.
E così via, si parte! Valigia fatta, Rocco pronto, on the road again.
Destinazione: casa.
Turista nella mia città.

Appuntamento  con i miei nuovi compagni di viaggio all’Hotel Rondò dove Mauro Bandini ed il suo staff, ci accolgono con un trionfo di robiole di Roccaverano e Montebore, i salumi tipici, il filetto baciato di Ponzone ed i grissini per accompagnare meglio queste meraviglie, il tutto, benedetto da  un calice di Dolcetto. E per non sbagliare, chiudiamo i lavori con le classiche fragole al Brachetto.
Per alleggerire i miei sensi di colpa mi bevo un estratto di mela, zenzero, arancia e barbabietola che non si sa mai. Ed anche oggi la dieta la inizio… più in là.


Mauro racconta il territorio attraverso i prodotti e lo fa con passione e competenza, ignaro che c’è un’infiltrata pronta a coglierlo in fallo. Niente, ineccepibile.  
Per due giorni è stato il nostro ospite, non solo una cortesia professionale ma qualcosa in più, e come lui , tutte le persone che abbiamo incontrato.
Credere e lavorare ad un progetto di rilancio della città, stimolati dall’eleganza, dal garbo e dalla ferma ed indiscussa professionalità dell’assessore “tecnico” Lorenza Oselin.



Acqui la vivo soprattutto in estate, perché l’offerta degli spettacoli di danza e teatro all’aperto sono di qualità, perché la sera passeggiare per le vie del centro mangiando un gelato è un rito e perché è semplicemente bella (sì lo so, l’ho già detto, ma è così!).
 Acqui è anche una delle mie mete preferite, assieme a Casale Monferrato e a Gavi, che amo mostrare agli amici quando dall’estero, o da altre parti d’Italia, mi vengono a trovare.



Acqui è bella, pulita, organizzata, ricca, ricchissima di storia, curiosità e bellezze nascoste.  Acqui è viva, piena di gente, le vie sono affollate, i bar sono luoghi di incontri e di brindisi; e se intuiscono che sei una turista, gli acquesi sono disponibili, non risparmiano le parole, anzi, chiacchierano volentieri e ti travolgono di racconti sulle bellezze e le virtù della città e del suo petrolio, non mancando di invitarti a tornare nuovamente a casa loro.
Angoli di Acqui
Il giro inizia partendo dall’antica zona Bagni, percorriamo il ponte dove dall’alto si vedono i resti dell’ acquedotto romano e raggiungiamo il centro della città. In tanto capto i commenti dei miei compagni di viaggio: “ma chi l’avrebbe mai detto, non la conoscevo, che bella!” e scattano foto, ed il mio orgoglio cresce.



Acqui ”ubi aquae calidae sunt” possiede due centri termali, Nuove Terme ed Il lago delle sorgenti,  uno nel cuore della città e l’altro al di là della Bormida, il fiume che la lambisce.  
La diversità tra i due centri termali è dovuta al differente percorso che l’acqua fa nel sotto suolo. Aquae Statiellae, così era chiamata dai romani che già allora ne conoscevano le proprietà terapeutiche.
Attraversiamo il centro della città dove una maestosa fontana a scalinata di marmo bianco dà un senso di respiro.
Il castello, che ha ancora visibili le tracce del ponte levatoio, ha indossato diversi abiti: vescovili, napoleonici, dei marchesi del Monferrato e poi dei Savoia, fino ad arrivare agli anni Sessanta, quando era utilizzato come carcere. Oggi è sede del museo cittadino. Il giardino, il parco ed il belvedere sulla città e sul paesaggio meritano una passeggiata.

Dettaglio della guida del ponte levatoio

Il quartiere “Pisterna” con stradine acciottolate, vicoli suggestivi, edicole dipinte, fiori ai balconi e cura dei dettagli. Sembra quasi di essere in un paesino francese ed invece, sappiamo stupire anche noi con effetti “semplici”, che diventano speciali perché nascono dalla cura e dall’attenzione degli abitanti, di quelli che amano e si prendono cura della loro città.



Poco distante la piazza della “bollente”. Una fontana monumentale dove sgorga acqua calda e dove tutti vanno a respirare i suoi fumi.
Qui si fanno gli incontri più interessanti, altro che chat! Incontri il vecchietto che ti suggerisce i benefici dell’acqua termale ed alcuni rimedi che da sempre ci si tramanda , l’altro che ti racconta aneddoti e l’altro ancora che si raccomanda di non andare via senza bere un bicchiere del nostro vino. I migliori promoter  del territorio sono loro!




Avete mai mangiato con un centurione? Bene, ad Acqui si può fare anche questo, e non solo, perché molte sono le attività degli antichi romani acquesi. Una cena introdotta dal Primus Minister della IX Regio che ci accoglie con un tavolo imbandito con le specialità della zona seguendo le ricette dell’epoca .Moretum, globula, palmula cum nucis (datteri con le noci intinte nel miele), alecula cum condimentum (acciughe con bagnetto), e manco a dirlo, mi sono tuffata sull’ allium in condimentum (battuta di aglio e formaggio). Tutto reso ancora più prezioso dal  racconto suggestivo sulla storia, sugli usi ed i costumi del tempo.
A cena con i centurioni della IX regio
La cosa più coinvolgente? La passione di queste persone che nel loro tempo libero, si dedicano a “divulgare il passato con l’amore ed il rispetto che questa terra merita”.
La Cattedrale di Nostra Signora Assunta, il Duomo,  è un vero e proprio gioiello che mi auguro abbiate la possibilità di vedere. La facciata ci mostra che  in un’epoca recente viene aggiunto un porticato che ne vizia un po’ la bellezza frontale.  L’interno della chiesa ti rapisce e ti perdi volentieri nella “selva di colonnine” della cripta.
La "selva"
Il tesoro più prezioso del duomo è la Madonna di Montserrat, l’opera prima di Bartolomè Bermejo, uno tra i più importanti esponenti della pittura ispano-fiamminga del tardo ‘400. La troviamo qui perché venne commissionata dal mercante acquese Francesco Della Chiesa per grazia ricevuta.
Ed è proprio qui che mi dimentico totalmente di essere della provincia di Alessandria e divento turista a tutti gli effetti.
Vergine di Montserrat
Quando vengono aperte le ante del trittico, il silenzio diventa ancora più religioso non solo perché siamo in chiesa, e perché ci troviamo davanti ad una raffigurazione sacra, ma soprattutto perché la bellezza immensa del dipinto e dei suoi colori, inducono alla meditazione più profonda.

Non lasciate Acqui senza una visita all’Enoteca Regionale Terme e Vino. Il suo suggestivo il viottolo di accesso, quasi nascosto, una piccola feritoia discreta nel pieno centro città, ti invita a scoprire cosa si nasconde al suo culmine. 
Lo stupore, l’entusiasmo, il godimento negli occhi e delle papille gustative, il confronto con i miei compagni di viaggio sono stati un balsamo per l’anima.
Sapevo che Acqui fosse signorile, accogliente e dal fascino  discreto.
Oggi lo è ancor di più.
Con gli occhi della turista posso dire, ridire, ribadire che Acqui è bellissima. Acqui mette allegria.

Enoteca Regionale di Acqui Terme

Istruzioni d’uso per chi è targato Alessandria:
Dovremmo semplicemente autocriticarci di meno ed  imparare a vedere di più il bello che ci circonda.
Che è tanto, ed è nostro.

Quartiere Pisterna
                                     

Ingresso del castello

Belvedere


Vasca di epoca romana

Il retro del Duomo

Sagrato del Duomo

Portone risalente al 1481

la storia di Acqui nel portone del Duomo





      
                                                 





Commenti

  1. un bel memo ..si potrebbe approfondire ....con varie... "Storie&Annedotti DOCG",...

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