Bagna cauda day, dove tutto è concesso
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La bagna cauda |
C’è un giorno dove non provi assolutamente vergogna se hai
la consapevolezza di "indossare" l’essenza persistente ed invadente d’aglio, anzi, ne sei quasi orgoglioso.
C’è un giorno dove ti è concesso di andare al lavoro senza
disagio, di salire sull’autobus senza spruzzarti litri di profumo, di parlare
con le persone senza mangiarti quintali di mentine o di coprirti la bocca con
le mani, di essere in sala riunione, con
meno cinque fuori, e non tenere le finestre spalancate, o di baciare
appassionatamente il tuo fidanzato senza
imbarazzo.
Questo giorno è il: “the day after”, il giorno dopo il week
end più sfacciato della storia, quando si celebra sua maestà la Bagna cauda, salsa
a base di aglio, tanto aglio, ed acciughe.(qui potete leggere la versione in inglese pubblicata sulla rivista L'italo-americano read more)![]() |
Barbera kiss |
Il “Bagna Cauda Day”, che quest’anno si è tenuto dal 24 al
26 novembre, nasce ad Asti da un’idea di Leonardo Tessiore e diventa realtà
grazie all’intraprendenza di Sergio Miravalle e ad un gruppo di fieri volontari
dell’ Associazione Astigiani, con il preciso intento di non perdere questo
piatto tipico della tradizione piemontese, ridargli dignità e, soprattutto,
rendere lecito e molto cool, lasciare la scia “d’ajl” (d’aglio in dialetto),
quando si passa.
Alla sua quinta edizione il Bagna Cauda Day, ormai coinvolge
non solo più i locali della provincia di Asti, ma si allarga a tutto il
Monferrato, il Piemonte, la Lombardia, fino a spingersi contemporaneamente anche in Nuova Zelanda,
Giappone, Germania, Tasmania, Australia e nel Tonga, per un totale di 16.000
posti a sedere. Ma sono sicura che, stringendosi, ce ne saranno stati molti di
più.
La bagna cauda mania è inarrestabile e capita che in corsa,
già a programma definito, da Barolo lo chef Matteo Morra, accompagnato da Sonia
Speroni, abbia messo in valigia le acciughe, l’olio e l’aglio migliore, per
volare a Boston e cucinare una bagna cauda per una trentina di
persone.
Il Piemonte non è solo Langhe e tartufo, ma anche Monferrato
e Roero, bagna cauda, agnolotti gobbi e molto altro, ovviamente, il tutto sempre
accompagnato dai vini di una terra, che per la sua bellezza, è diventata patrimonio Unesco.
La bagna cauda è un tipico piatto del basso Piemonte, le
acciughe erano merce di scambio della cosiddetta via del sale, si portava in
Liguria il vino e si tornava indietro con le saracche, le acciughe, e l’olio.
“Sul fuco, sulle stufe delle nostre nonne, c’era sempre una
pentola pronta. Si puliva un po’ d’aglio, si aggiungeva qualche acciuga e l’olio,
e quando non c’era quello di olive, era quello di noci.” come ci spiega
Fiammetta Musso, tra gli organizzatori della manifestazione, “Era la colazione, il pranzo e la cena, per questo era anche detta
“la salsa del pover uomo”. ”
Ogni famiglia ha una sua ricetta. Mia mamma ad esempio fa
bollire l’aglio nel latte togliendogli l’anima e poi fa sciogliere le acciughe,
aggiungendo olio di oliva extra vergine ma, ne esistono diverse versioni, come
decreta il vademecum del Bagna Cauda Day: “Come Dio comanda” che è quella ufficiale, poi ci sono quelle
estreme: “eretica” con aglio stemperato e “l’atea” senz’aglio, anche se, in
questo caso, personalmente diffido da chi non mangia la bagna senza aglio.
Sono sicura che, se durante questa manifestazione si facesse sul Piemonte una
foto dall’alto, si vedrebbe una gran bella nuvola di un gas senza dubbio
benefico e penso altresì che, potrebbe fare da “filtro” visto che l’aglio, come
diceva mia nonna, ”disinfetta e pulisce
il sangue!”
Oltre alle proprietà benefiche dell’aglio e della bagna cauda, senza dubbio aiutano il
buon umore, la convivialità e lo stare insieme che poi, è il fine ultimo di un evento di questo
tipo .
È senza dubbio un piatto social: un tavolo, un buon
bicchiere di vino, consigliabile una freisa o una barbera giovane, la compagnia
giusta e si gioca, passandosi i piatti con le verdure di stagione cotte e
crude.
Peperoni, verze, patate, zucca, cipolle, cipollotti, rape,
insomma, quello che si ha, va bene per
essere “puciato”, intinto nella bagna anche se, il tocco di classe è con il
cardo gobbo di Nizza Monferrato. Presidio
slow food, il cardo è gobbo grazie ad una particolare tecnica di
coltivazione, i cardi vengono piegati e ricoperti di terra e questo permette
loro di diventare bianchi, tenerissimi,
croccanti e dolci.
I veri intenditori di bagna cauda, si vedono però gli ultimi
cinquanta metri, quando nel “fujot”, il padellino ancora caldo, rimane un fondo
di olio ed acciughe in cui si rompe un uovo e lo si fa cuocere con il buono
rimasto. Il trionfo.
Il format del Bagna
Cauda Day, uguale in tutti i locali, dagli stellati alle trattorie di paese, dà
diritto ad ogni bagnacaudista ad avere
un tovAGLIOlone d’autore in tessuto, quest’anno firmato da Luigi Piccatto, il
Vademecum della Bagna Cauda con le testimonianze, la storia e la ricette di
questo piatto straordinario, ed un Kit
di sopravvivenza del dopo bagna cauda con dentifricio “Baciami subito”,
magnesia, cola, grappa, cioccolato e le caramelle.
Gli ingredienti base del Bagna Cauda Day, sono soprattutto l’ironia ed il divertimento.
Ecco perché, allo scoccare della mezzanotte, anche
quest’anno, c’è stata la prova più estrema:
il “Barbera kiss”. Promosso dal Consorzio della Barbera d’Asti, il bacio
di mezzanotte, che i bagnacaudisti si scambiano in piazza San Secondo ad Asti,
in altre piazze e nei ristoranti al termine delle serate, è senz’altro il più coraggioso e appassionato bacio che
mette veramente alla prova l’amore di una coppia.
Bruno Lauzi, compositore cantante e cabarettista, disse
che:” i piemontesi sono come i brasiliani, solo che hanno la nebbia dentro”.
Sfatato quindi il mito dei piemontesi chiusi e introversi,
almeno per un week end sappiamo che Dracula
non potrà uscire, ci sono bagnacaudisti armati di tutto punto e per questo,
potrebbe rischiare grosso.
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